Analisi transazionale

Assunti filosofici e metodologia

L’Analisi Transazionale si basa su alcuni assunti filosofici che tengo sempre presenti e sono il presupposto del mio lavoro clinico:

  • ognuno è ok (va bene così com’è): ogni persona è dotata di valore e dignità. Posso non accettare quello che fa, ma accetto sempre quello che è. Le persone sono uguali tra loro e ognuna ha valore in quanto persona, indipendentemente dalla sua razza e dal suo contesto socio-culturale;
  • ognuno ha la capacità di pensare: ad eccezione di chi ha subito danni cerebrali, ognuno può decidere cosa fare della propria vita, ognuno ha la capacità di crescere e di imparare, qualunque esperienza abbia avuto, anche negativa;
  • le decisioni prese possono essere modificate: ciascuna persona prende delle decisioni e ne è responsabile, ed è anche responsabile di cambiarle quando non sono più funzionali.
Assunti filosofici e metodologia

La teoria dell’Analisi Transazionale è basata su un modello decisionale

Ciascuno di noi impara comportamenti specifici e decide un piano di vita nell’infanzia. Benché le nostre decisioni infantili, prese al di fuori della consapevolezza, siano fortemente influenzate dai genitori e da altre figure di riferimento, siamo noi a prendere queste decisioni, attingendo al nostro peculiare modo di sentire e al nostro soggettivo esame della realtà.

Dal momento che siamo noi i responsabili delle nostre emozioni e dei nostri comportamenti, abbiamo anche il potere di cambiare i vecchi schemi riguardo a noi stessi e al mondo, sostituendoli, in qualsiasi momento, con altri più adeguati.

La metodologia di intervento dell’A.T. si fonda sulla contrattualità: la relazione terapeutica è vista come un accordo tra terapeuta e cliente, i quali hanno una responsabilità congiunta nel lavorare per raggiungere gli obiettivi di terapia definiti in modo chiaro e specifico.

Per me il paziente ha dunque un ruolo attivo e compito della psicoterapia “non è risolvere i problemi del paziente, bensì aiutarlo a comprendere come finora si è bloccato dal risolverli da solo.” (Novellino).

Il contratto è “un esplicito impegno bilaterale per un ben definito corso d’azione” (Berne): questo significa che a partire dalla diagnosi e dalla richiesta della persona, concordo un obiettivo di cambiamento, formulando insieme a lei un contratto terapeutico. Affinché il contratto sia accettabile è importante che esista un mutuo consenso tra me e chi cerca aiuto; l’accordo dovrà essere dunque esplicito e reciproco e necessiterà di una remunerazione valida, cosìcché la relazione terapeutica sia riconosciuta come rapporto di natura professionale.  Come terapeuta metto a servizio del paziente la mia professionalità, mentre al lui richiedo di assumere un ruolo attivo nel processo di cambiamento. Infine, l’obiettivo della terapia e le strategie per raggiungerlo devono essere legali e rispettare i principi etici e deontologici.

L’approccio contrattuale ha il vantaggio di stabilire in modo esplicito, concordato e operativo la direzione del lavoro terapeutico, stimolando la persona a sentirsi corresponsabile e alleata del terapeuta nel lavoro di cambiamento che vuole raggiungere.

Berne utilizzava una metafora per distinguere due diversi tipi di contratto attraverso i quali viene specificamente stabilita la meta della terapia: ciascuno di noi nasce principe o principessa ma esperienze negative precoci ci inducono a convincerci di essere ranocchi; da cio’ deriva lo sviluppo della patologia.

Gli obiettivi terapeutici possono essere due: il primo tende al miglioramento, ad un progresso che equivale ad uno star meglio come ranocchi; il secondo tende a curare, a guarire, che significa togliersi la pelle del ranocchio e riprendere nuovamente lo sviluppo interrotto del principe o della principessa.

Dunque, all’inizio della terapia si possono stipulare contratti di controllo sociale e/o contratti di autonomia. I contratti di controllo sociale (terapia breve) sono accordi tesi a risolvere un problema specifico e hanno come obiettivo un cambiamento comportamentale e il suo mantenimento nel tempo; i contratti di autonomia (terapia che può richiedere anni) invece, hanno una meta che non è solo un cambiamento comportamentale ma un cambiamento profondo della persona, per cui il trattamento non è rivolto solo ad un sollievo dai sintomi, bensì alla ristrutturazione della personalità.

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