Di cosa mi occupo

Attacchi di panico

“Il pericolo non viene da quello che non conosciamo, ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è” (Mark Twain)

Sperimentare un attacco di panico, secondo quanto riferito da molti pazienti, è come avere un “assaggio di morte”: si fa esperienza di un’ansia breve ma violenta, associata a una chiara e nitida sensazione di morire. Quando abbiamo un attacco di panico siamo sopraffatti da questa intensa paura che non riusciamo a ricollegare a una causa ben precisa: sorge dal nulla e raggiunge il suo picco nel giro di circa 10 minuti.

Come “un fulmine a ciel sereno”, senza preavviso può coglierci in qualsiasi momento, quando guidiamo, nel bel mezzo di una cena di lavoro, mentre dormiamo o passeggiamo. Specialmente nel primo episodio, poiché i sintomi interessano il corpo – per esempio accelera il battito cardiaco, il respiro si fa affannoso, sentiamo un senso di costrizione al petto, sopraggiungono in alcuni casi le vertigini o un senso di sbandamento, brividi, dolori addominali – la prima ipotesi che facciamo è quella di vivere un attacco di cuore o qualcosa di simile all’infarto: subito ci rivolgiamo al medico o ci ritroviamo addirittura al pronto soccorso.

Dopo le rassicurazioni dei medici che escludono patologie organiche, cominciamo a capire che l’esperienza terribile di cui siamo stati protagonisti è stato un attacco di panico. Esso è il disturbo psicologico più noto e antico e oggi anche il più diffuso.

Attacchi di panico

Le descrizioni dei pazienti

Nelle descrizioni dei miei pazienti compare quasi sempre la sensazione di oppressione, spavento, vero e proprio terrore. Il timore è quello di perdere il controllo, impazzire o morire ed è proprio questo aspetto di imprevedibilità degli episodi a rendere questo disturbo così angosciante. Può accadere anche di percepire la realtà come strana e irreale (derealizzazione) o di sentirsi come staccati dal proprio corpo (depersonalizzazione).

“Una volta scomparso, l’attacco lascia esausti, spaventati e impotenti: uno tsunami emotivo rapido e devastante.”

Il panico può manifestarsi in condizioni di estremo pericolo (catastrofi naturali, incidenti, violenza), ma certamente un singolo attacco non è sufficiente perché si strutturi un vero e proprio disturbo di panico: questo accade quando subentra “la paura della paura” (ansia anticipatoria), ossia la preoccupazione persistente di avere altri attacchi, che può essere estremamente invalidante e indurre a temere tutti quei luoghi o quelle situazioni dalle quali sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi o nelle quali potrebbe non essere disponibile l’aiuto se si presentasse un nuovo attacco. Questa condizione, definita Agorafobia, la riconosciamo dal fatto che per esempio, cominciamo ad avere paura di guidare in autostrada per l’eventualità di ritrovarsi bloccati in coda o di stare fermi in mezzo alla folla o sui mezzi pubblici di trasporto, di restare a casa da soli lontano da persone familiari. In breve tempo realizziamo che questi timori ci costringono a evitare molte situazioni (evitamento fobico) e limitano fortemente la nostra libertà di movimento: ci ritroviamo emotivamente “agli arresti domiciliari”, dipendenti dalle persone che conosciamo, la cui presenza diventa fondamentale per vivere.

Il Disturbo di Panico e l’Agorafobia sono condizioni molto diffuse e ben note a clinici e ricercatori: condividere con una persona esperta i sintomi fisici, le paure, sentirsi dire che non si impazzisce o si muore per un attacco di panico, che esiste una spiegazione a tutto quello che si sta vivendo, ha già un potere rassicurante molto forte. Il trattamento psicologico ha dimostrato ampiamente e scientificamente la propria efficacia: dagli attacchi di panico è possibile guarire. Nella terapia aiuto la persona a dare significato ai sintomi, a impegnarsi nella comprensione del problema sottostante e le restituisco potere e spontaneità.

Contattaci

Non esitare a contattarci per qualsiasi info